Contesto insediativo del Doss Trento
La chiesa paleocristiana sorge sulla parte più alta del Doss Trento, il quale per la sua posizione strategica era stato utilizzato fin dalle sue origini per scopi militari: infatti, lo storico romano Cassiodoro nel VI secolo lo definisce Veruca castello, quindi probabilmente alla fine dell’epoca romana il colle aveva funzione militare.
Come sottolinea Ciurletti risulta difficile ricostruire un quadro sicuro del ruolo svolto in questa area nell’antichità, a causa della realtà morfologica della collina e soprattutto per la mancanza di ricerche archeologiche condotte con metodo scientifico. Se per l’epoca pre-protostorica vi sono alcune testimonianze archeologiche, che rivelano una frequentazione stabile già nel Neolitico, negli studi attuali non vi è nessuna traccia che faccia riferimento ad un insediamento continuativo di età romana sul Doss Trento, anche se sono stati rinvenuti alcuni reperti sporadici (ripostiglio di monete romane, bronzetti raffiguranti Mercurio, frammenti architettonici, epigrafi votive), che lasciano suggerisce la presenza di un’area di culto tra I e II secolo d.C.
Secondo Gerola sicuramente esisteva un tempio romano sul colle Verrucca, in base ai ritrovamenti di rocchi di colonna e frammenti architettonici reimpiegati nella chiesa di Sant’Apollinare. La scoperta sul colle di aree votive dedicate a Saturno, a Mercurio ed a Diana, fecero supporre l’illustre archeologo roveretano, Paolo Orsi, che in cima al Doss Trento fosse sorto il Capidoglio di Tridentum.
Alla base del colle furono rinvenute tombe sparse di epoca tardoromana e di età longobarda, di quest’ultime anche se i corredi furono in parte dispersi, alcuni reperti sono conservati presso il Museo Castello del Buonconsiglio.
Sul Doss Trento è possibile vedere parte di un castrum bassomedievale, attualmente i resti visibili in superficie sono lungo il percorso pedonale in salita dall’abitato di Piedicastello, in corrispondenza della cosiddetta “tagliata di mezzodì”. Risulta visibile una porta a tutto sesto sul versante meridionale del dosso addossata alla roccia.
Chiesa paleocristiana
Il complesso cultuale sul Doss Trento non venne citato in nessuna fonte storica e letteraria, finché non fu individuato nell’XIX secolo da Benedetto Giovanelli, il quale erroneamente l’aveva interpretato come un tempio pagano.
A noi sono giunte le fondamenta di una chiesa paleocristiana.
Molte risultano le ipotesi formatesi nel corso dell’ultimo secolo riguardo alla funzione di questo edificio di culto: Giuseppe Gerola nel 1926 avanzò l’ipotesi che la chiesa fosse la prima cattedrale trentina, per l’analogia con la chiesa episcopale di Sabiona e con quanto si riteneva di San Pietro in Castello a Verona. Mentre lo storico dell’arte trentino Niccolò Rasmo, attribuì la fondazione al vescovo Eugippio, il quale avrebbe trasferito la funzione di cattedrale della chiesa urbana diventando la sede del culto cattolico, mentre la chiesa di Sant’Apollinare venne assegnata al culto ariano. Un’altra ipotesi, sostenuta più di recente da Ciurletti, vede l’assegnazione del complesso religioso alla comunità ariana presente a Trento tra V e VI secolo d.C. Da ultimo, l’idea che la chiesa avrebbe potuto ricoprire la funzione di edificio di culto all’interno di un castrum urbano.
I resti della chiesa paleocristiana risultano composti da due edifici: uno che si conserva per l’intero perimetro, mentre dell’altro rimane soltanto l’area presbiteriale. Il primo edificio è costituito da un’aula irregolarmente rettangolare del cui pavimento però non rimane traccia, a navata unica preceduta da un quadriportico, due bracci laterali e terminante con un abside semicircolare rivolto ad est; la struttura quadrangolare nella zona presbiteriale potrebbe corrispondere ai resti di un podio. All’esterno sono presenti le murature perimetrali di alcuni annessi, con presenta di lesene sul lato Sud.
Al braccio settentrionale della chiesa si appoggia un altro edificio, di cui rimane l’area presbiteriale di un’aula (alcuni lo ritengono un sacello) alla quale erano collegati altri ambienti più piccoli.
Molti studiosi sostengono che questi due edifici di culto siano stati realizzati in due momenti differenti, con l’aula nord aggiunta in un secondo momento, da cui proviene un mosaico pavimentale con la dedica dei Santi Cosma e Damiano, nel mosaico è presente un’iscrizione che ricorda la dedica ai due santi dal vescovo di Trento Eugippio (530-540 circa). Il culto di origine bizantina dei Santi Cosma e Damiano, fu promosso dall’imperatore Giustiniano e diffuso grazie ai suoi generali, infatti è presente un altro caso nella chiesa omonima di Settequerce presso Bolzano.
L’impianto cultuale e le relative strutture non risultano di facile interpretazione, questa difficoltà ha dato adito ad interpretazioni, seppur anche di poco, differenti tra i vari studiosi. Non è ancora chiaro, se il complesso nasca come chiesa doppia o chiesa sacello, e se i due elementi siano stati realizzati insieme o in tempi diversi.
Per quanto riguarda la datazione delle strutture, l’elemento più sicuro risulta il mosaico del sacello, che è realizzato nel 530-540; inoltre risulta significativa ai fini di datazione, l’epigrafe funeraria di Orontius, trovata sul Doss Trento, ci cui però non si conosce né l’epoca né il luogo preciso entro l’ampio perimetro del dosso.
Inoltre, sono state rinvenute numerose tombe (da cui probabilmente provengono gli orecchini a cestello e il pettine, esposti al Museo Castello del Buonconsiglio), segnalate in relazione dell’edificio di culto, ma risulta impossibile riuscire a precisare la cronologia. Nulla si può dire circa l’epoca in cui venne meno l’suo dell’edificio di culto.
I reperti rinvenuti sul Doss Trento sono conservati presso la collezione archeologica del Museo Castello del Buonconsiglio a Trento.
•orario estivo (inizio ora legale): 9 – 17
• orario invernale (inizio ora solare): 9 – 16.30
Ingresso al parco dalla strada degli Alpini che parte dal piazzale divisione Alpine (entrata con autovetture, solo previo permesso rilasciato dall’Ufficio Parchi e Giardini) e dal sentiero pedonale “dell’acropoli” da via Brescia.
G. Ciurletti, Trento romana. Archeologia e urbanistica, (a cura di) Buchi E., “Storia del Trentino, II. L’età romana”, Bologna 2000, pp. 288-346.
Rogger I., Inizi cristiani nella regione tridentina, (a cura di) Buchi E., Storia del Trentino, L’età romana, volume II, Il Mulino, Bologna 2000, pp. 475-513.
Possenti E., Castel Trento, in (a cura di) Possenti E, APSAT 5: castra, castelli e domus murate: corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e bassomedioevo, Mantova, 2013, pp. 273-279.
Ibsen M., Pisu N., Doss Trento, chiesa anonima, in (a cura di) Brogiolo G.P., Cavada E., Ibsen M., Pisu N., Rapanà M., APSAT 10: Chiese trentine dalle origini al 1250, vol 1, Mantova 2013, pp. 143-146.
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