La passeggiata archeologica e naturalistica che conduce al santuario di San Romedio, inizia proprio di fronte al Museo Retico di Sanzeno, luogo in cui sono custoditi i reperti della valle dalla preistoria all’altomedioevo. Pochi metri prima del museo sulla destra, per chi arriva da Dermulo, è possibile parcheggiare l’automobile.
Il sentiero che porta al santuario, risulta tra i più suggestivi della regione, visto che inizia tra i meleti che colorano il paesaggio (in primavera si possono ammirare i meleti in fiore) e continua attraverso la roccia scavata durante le Glaciazioni del Quaternario (forra di San Romedio), ripercorrendo l’antico canale ottocentesco, sviluppandosi in parte nella roccia e in parte su passerella in legno. Durante il percorso, la visuale panoramica sottostante, regala una suggestiva scenografia naturale, caratterizzata dal silenzio e dalla presenza di molte specie di uccelli che nidificano nella cavità tra le rocce.
Lungo il sentiero ad intervalli regolari, sono stati recentemente collocati dei pannelli illustrativi con immagini, i quali illustrano il paesaggio circostante: la sua storia, la fauna e l’ambiente; tradotti anche in lingua inglese e tedesca. Il tragitto è alla portata di tutti anche dei più piccoli, in media si presenta pianeggiante, l’unico “difficoltà” risulta quella di abbassare il capo nei tratti in cui la roccia è più bassa.
Dopo una mezz’oretta si arriva ad una scalinata in legno, lì si è obbligati a scendere sulla strada asfaltata che in pochi minuti conduce al santuario. Da lì si osserva il santuario visto da dietro, arroccato sulla roccia che regala una sensazione molto suggestiva e spettacolare, con la presenza sottostante del Rio San Romedio.
In quel punto si vede l’iscrizione che ricorda l’antico acquedotto, costruito nel 1863 dalla famiglia locale de Widmann, il quale trasportava l’acqua dal Rio S. Romedio alle campagne di Sanzeno.
Arrivati alla stazione XII della Via Crucis marmorea, si percorre la scalinata di ciottoli che conduce all’ingresso del Santuario di San Romedio, che secondo la leggenda è collegata alla figura del vescovo San Vigilio. Probabilmente San Romedio visse nell’XI-XII secolo, signore del castello di Thaur, dopo il suo pellegrinaggio a Roma decise di donare tutto i suoi beni alla Chiesa e scelse di vivere in un luogo isolato: in una grotta in cima al picco di roccia. Alla sua morte, la sua tomba venne scavata nella roccia, e dando vita al culto che si perpetua ancor oggi; infatti ogni anno il 15 gennaio si festeggia con una messa e il tradizionale piatto del pellegrino a base di trippe.
Nel corso dell’anno Mille nel luogo fu costruita la prima chiesetta che nel corso del tempo si trasformò in santuario. Il santuario è costituito da cinque edifici sovrapposti tra loro collegati da una ripida scalinata (131 scalini), incantevoli sono gli splendidi affreschi religiosi.
Attualmente sotto il Santuario, sorge un recinto in è presente un Orso Bruno, legato alla leggenda di San Romedio, nella quale si narra che lungo il viaggio verso Trento per ricevere la benedizione da Vigilio, incontrò un orso e lo “ammaliò”.
Durata: 50 minuti
Distanza: 3 km circa
Orario: dalle 9.00 alle 17.00 (dal 1.04 al 30.09 fino alle 19.00).
Ingresso libero.
Tel: 0463.536198
• bar
• segnaletica
• pannellistica illustrativa (in lingua italiana, inglese e tedesca)
• Orso bruno
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