Posizione geografica del sito
Torre dei Sicconi sorge su Monte Rive, dosso alto circa 700 metri, che si trova sopra il paese di Caldonazzo. Monte Rive assume una posizione strategica, detenendo un’importante funzione di difesa, poiché si erge su versanti ripidi, ma anche, di controllo della viabilità, riuscendo ad osservare i punti d’accesso al sito.
Torre dei Sicconi, visibile fino al 1915 sulla sommità del dosso, era l’ultima fortificazione del Castello di Caldonazzo, il quale come gli altri castelli sorti nel basso Medioevo in Valsugana, rappresenta il fenomeno dell’incastellamento.
Il dosso fu frequentato già in epoca pre-protostorica e in età tardoantica, come hanno dimostrato i reperti decontestualizzati rinvenuti nella zona, sicuramente, ebbe un ruolo fondamentale per la viabilità romana, visto che da lì passava la via Claudia Augusta Altinate, intuibile dalle numerose testimonianze di insediamenti e necropoli romane nella valle. Significativa è la menzione di un actor (responsabile contabile delle aziende agricole) nell’ara dedicata a Diana (II-III secolo d.C.) rinvenuta a Calceranica, il quale suppone che il territorio era utilizzato per la coltivazione.
Ricerche archeologiche
Tra il settembre 2006 e il giugno 2009 sono state condotte attività d’indagine archeologica da parte della Soprintendenza per i beni culturali-Ufficio beni archeologici della Provincia Autonoma di Trento, tra cui ventidue sondaggi sul dosso. A seguito di queste indagini, si decise di compiere due brevi campagne di scavo in due punti critici sulla cima del dosso. Le indagini archeologiche nell’area hanno messo in luce un’articolata presenza di strutture sepolte, delle quali, purtroppo, non è stato ancora possibile avere delle informazioni sulla planimetria e sulla struttura. I reperti rinvenuti nell’area, permettono di datare queste strutture dal XIII al XIV secolo.
Durante le ricerche si sono individuati dei livelli di abbandono, con presenza di tracce d’incendio, le quali si potrebbero collegare alla battaglia del 1385. Al termine dei lavori di scavo, alcune strutture messe in luce, sono state ricostruite o consolidate (come ad esempio la “torre”), con queste operazioni di restauro, si è privilegiato l’aspetto filologico rispetto alla conservazione del rudere degradato.
Archeotrekking all’area archeologica Torre dei Sicconi
Breve storia del castrum
La prima menzione del castrum di Caldonazzo avvenne nel 1201, quando Geremia, signore di Caldonazzo e il fratello Alberto, ricevettero il permesso di costruire un nuovo castello sulla sommità di Monte Rive, da parte del principe-vescovo Corradi di Beseno. A seguito di questa costruzione la famiglia Caldonazzo avrà anche la titolatura di Castelnuovo.
Nel 1385, il castello fu oggetto di forti attacchi a causa della battaglia tra Vicentini e Veronesi; come si evince ad un documento del 1391, il castello fu danneggiato, ma alcune strutture erano ancora in funzione. Del castello di Caldonazzo, sopravvisse la torre fino al 1915, quando durante il primo conflitto mondiale, venne abbattuta dalle armate austriache.
Resti in situ
Nell’area archeologica è possibile osservare i resti di una torre quadrangolare posta sulla sommità del dosso, dalla quale si ha una vista panoramica sul lago di Caldonazzo e si può percepire l’importanza del castrum nell’antica viabilità della valle. In base alle fotografie aeree degli inizi del Novecento, si ritiene che la torre a pianta quadrangolare, aveva un’altezza di circa 15 metri, alla quale si accedeva da una porticina ad arco rialzata, oggi i resti del perimetro della torre, ricordano la sua distruzione nel 1915 per opera degli artificieri austriaci.
La cortina muraria, risulta visibile, per un tratto sul lato S, alta circa 2 metri, costruita con materiale locale e malta; e un altro tratto sul lato N, costituito da pietre disposte a “spina-pesce”. La cinta di fortificazione, in parte individuabile nell’area archeologica, doveva essere completata da tratti di rinforzo, probabilmente con tecnica “a sacco”. Alla torre si appoggiava ad est un edificio a pianta quadrangolare, in parte messo in luce durante gli scavi archeologici. Il vano aveva probabilmente due piani, nel piano terra venivano svolte le attività di servizio; mentre il piano superiore, con battuto di malta, intonaci con soprastante tetto in legno.
Cultura materiale
Nel dosso Monte Rive sono stati documentati negli anni Ottanta del Novecento oggetti di epoca pre-protostorica e di età tardoantica privi di contesto stratigrafico. I materiali più antichi sono datati all’età del Bronzo Antico e sono due frammenti ceramici relativi alla Cultura di Polada, inoltre, la località ha restituito sporadici frammenti ceramici dall’età del Bronzo Finale fino alla seconda Età del Ferro. Dopo una fase di abbandono della zona in epoca romana, venne rioccupata in età tardoantica, nel periodo in cui sono attestate le prime invasioni alemanniche (metà del III secolo d.C.), visto che risultava un luogo di rifugio. L’ipotesi di rioccupazione in età tardoantica, è stata confermata dal rinvenimento di manufatti nell’area, in particolare di un puntale di un anfora africana di grande dimensioni e di un frammento di ceramica invetriata.
Numerosi sono i reperti di epoca bassomedievale, costituiti sia da oggetti metallici con funzione bellica (come cuspidi da balestra, armi), ma anche da oggetti di vita quotidiana in ceramica (pentole, olle e contenitori troncoconici) e in metallo (chiavi in ferro, cucchiai, chiodi, bottone). Dalle indagini archeologiche sono state individuate undici monete, la cui analisi permetterà di esaminare la circolazione monetaria all’interno dei castelli della Valsugana.
Giardino della Torre dei Sicconi
Nel 2005 i resti dell’antico castello di Caldonazzo, iniziano ad essere valorizzati, attraverso il progetto europeo “Il Giardino della Torre dei Sicconi”, che prevedeva la creazione di un percorso storico e naturalistico fino alla sommità del dosso. Questo progetto ha visto la collaborazione fra la Soprintendenza per i beni culturali-Ufficio beni archeologici della Provincia Autonoma di Trento e l’Amministrazione Comunale di Caldonazzo, con l’obbiettivo di realizzare un parco naturalistico, nel quale sono stati inseriti i vigneti che fino ad una decina di anni fa ricoprivano il dosso, associati ad altre varietà di ortaggi, fiori e frutti antichi. Il progetto prevedeva anche la realizzazione della ricostruzione della torre di vedetta, la quale però non è stata realizzata per mancanza di spazio, visto che i resti del castrum occupano la sommità del dosso.
Nel sito è presente l’Agritur “I Giardini della Torre”, dove è possibile assaporare gustose pietanze.
Giugno, luglio, agosto dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 18
Settembre e ottobre, sabato e domenica dalle 10 alle 17.
Parzialmente visitabile per portatori di handicap e con passeggini
• pannellistica del sito archeologico
• pannellistica lungo il sentiero storico\naturalistico
• visite guidate nei mesi estivi (luglio\agosto)
• bagno
Monte Rive – Caldonazzo, 38052
Tel: 0461.492161
Email: uff.beniarcheologici@provincia.tn.it
Sito web: https://www.cultura.trentino.it/archeologia.asp
Curzel E., Martinelli N., I Castelnuovo signori di Caldonazzo, in “Studi Trentini di Scienze Storiche. Sezione Prima”, LXXXIV, fasc. 2, 2005, pp. 253-257.
Pisu N., Indagini archeologiche a Monte Rive di Caldonazzo: esempio di approccio metodologico ad un sito castellare della Valsuagana, in (a cura di) Osti G., Prima dei castelli medievali: materiali e luoghi nella regione atesina, Atti della Tavola Rotonda 27 novembre 2009, Accademia Roveretana degli Agiati, Rovereto 2009, pp.13-24.
Forlin P., Castello di Caldonazzo, in (a cura di) Possenti E, Gentilini G., Landi W, Cunaccia M, APSAT 4: castra, castelli e domus murate: corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo. Schede 1, Mantova, 2013, 2013, pp. 73-76.
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