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Dos della Forca

Il riparo sottoroccia di Dos della Forca è situato nella Piana Rotaliana, nel comune di Mezzocorona, in località Ischia Alta, sulla sinistra idrografica del fiume Noce, dove accanto passa il fiume Adige. Il sito preistorico è ubicato sul bordo della cava più bassa, addossato ad un masso dolomitico di forma irregolarmente cubica ricoperto da vegetazione, caduto probabilmente dalle sovrastanti pareti rocciose.
Il riparo di Dos della Forca ha restituito numerosi materiali litici e ceramici, attualmente custoditi presso il Museo Civico di Rovereto, il Museo Tridentino di Scienze Naturali e il Castello del Buonconsiglio a Trento.

Storia degli scavi 

I primi rinvenimenti di materiale archeologico avvennero nel giugno 1883 a sud del masso, durante i lavori di trasporto di pietrame per il rinforzo del nuovo argine del torrente Noce, fu rinvenuto una notevole quantità di terreno nerastro ricco di materiale preistorico.
Il primo ad effettuare un sopralluogo nel sito fu Desiderio Reich nel settembre 1884, egli comprese l’importanza preistorica del sito, proponendo quindi al Museo Civico di Trento di iniziare uno scavo. Dopo aver iniziato lo scavo nella zona a sud, Reich si accorse che la zona più concentrata dall’antropizzazione era, invece, verso la parete del masso. Negli anni successivi, Paolo Orsi effettuò un nuovo sondaggio, di cui però non fece nessun tipo di comunicazione ufficiale.
Per anni non vennero più effettuate ricerche e il sito perse col tempo ogni interesse archeologico, solo nel 1974 tornò alla luce grazie allo studio dei materiali da parte del professor Bernardo Bagolini, che riconobbe nell’esistenza di Dos della Forca una frequentazione riferibile al Primo Neolitico.
Nel 1981-1982 il sito fu interessato da prospezioni superficiali, e dal 1983 al 1985 avvennero tre campagne di scavo, che portando alla luce i livelli alla base del masso, i quali testimoniano una frequentazione dell’ultimo Mesolitico, seguite da strutture abitative del riparo ad opera di gruppi del primo neolitico. La distribuzione dei materiali fu condizionata da alcuni grossi massi di crollo della volta che dividono la superficie in due settori (est ed ovest). Nel settore ovest il materiale archeologico rinvenuto risulta abbondate, tra cui furono scoperte delle sepolture riferibili all’età dei metalli, inoltre terreno carbonioso con associati materiali litici e ceramiche. Nella tarda Età del Rame furono messe in luce, addossate alla parete, quattro sepolture, di cui due singole, una bisoma ed una collettiva. Quest’ultima era posta al centro del riparo e conteneva i resti di almeno sette individui; a oriente vi era un’altra sepoltura che conteneva i resti di una giovane donna. Mentre a ovest della sepoltura collettiva due tombe singole di individui adulti di sesso maschile.

VisitabileIl riparo preistorico è visitabile liberamente tutto l’anno.

LocalizzazioneIl sito è tra le più antiche testimonianze della presenza umana nella Piana Rotaliana; purtroppo però non è indicato da cartellonistica, ma risulta facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni per il “Burrone Giovanelli”.

ContattiConsorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg
Corso del Popolo, 35-Mezzolombardo (TN)
Tel: 0461.175225
Email: info@pianarotaliana.it

BibliografiaBagolini, B., Dos de La Forca. Paolo Orsi 1886 Museo Tridentino di Scienze Naturali 1982-1988, in Supplemento agli Annali dei Musei Civici di Rovereto, Sezione Archeologia, Storia e Scienze Naturali, vol.6, 1990.
Bagolini, B., Il sepolcreto eneolitico del Dos della Forca (Mezzocorona-Trento), Trento 1991.
Pedrotti A., L’età del Rame, (a cura di) Buchi E., Storia del Trentino, II, L’età romana, Bologna 2000.

Concessione per le riprese fotografiche
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