L’itinerario archeologico che porta all’area archeologica di Montesei di Serso, parte dalla piccola centrale idroelettrica di Serso (in fondo a Via dei Caduti) ancora in funzione, dove si può lasciare la macchina e iniziare il percorso.
Come lascia intendere il nome, che deriva dal dialetto locale, il sito è costituito da due piccoli dossi “gemelli” (Montesei bassi a quota 600 metri ed i Montesei alti che salgono a 614 metri), uniti fra loro da un’ampia selletta, quasi pianeggiate oggi coltivata, rivolta verso Pergine.
Dalla centrale idroelettrica, si prende la strada in salita, per circa 400 metri costeggiando il corso di Rio Nero, si giunge all’area archeologica dove sono stati portati alla luce numerosi reperti e strutture abitative, che testimoniavano la continua presenza antropica dal XIX secolo (Età del Bronzo) fino alla dominazione romana nel I secolo a.C.
Nel 1891 vennero alla luce, in seguito a lavori agricoli, i resti di strutture ed oggetti in ferro e in ceramica, che furono in seguito studiati dall’illustre archeologo roveretano Paolo Orsi, il quale ne attribuì l’origine a popolazioni “proto-italiche”. Le campagne di scavo, iniziarono solo nel 1962 per iniziativa della “Società di cultura preistorica trentina” e con la collaborazione del Museo Tridentino di Scienze Naturali, e si conclusero nel 1968.
Arrivati al cartello “Area archeologica Montesei di Serso”, i resti strutturali portati alla luce, sono visibili in due zone (A e B) ben segnalate dalla cartellonistica. Per arrivare alla zona A, è necessario percorrere una scalinata, dopo di che, si giunge ai resti di tre case retiche a monte della selletta tra i due dossi.
Dopo la vista delle tre case retiche, i cui scavi hanno restituito numerosi reperti, in particolare degli ultimi abitanti di Montesei, i Reti, che attestano il manifestarsi della scrittura retica limitata però alla sola sfera cultuale. Ritornando al cartello dell’area archeologica, si prosegue all’area archeologica B, dove si possono vedere i resti di un’abitazione a pianta quadrangolare con corridoio d’accesso (V-II secolo a.C.). Proseguendo si arriva ad un punto panoramico, che regala una splendida visione della Valsugana e di Castello di Pergine.
L’area archeologica è ben segnalata e dotata di cartellonistica, descrittiva della storia del sito e dei resti visibili.
Complessivamente 15 minuti
Visitabile tutto l’anno
Parzialmente visitabile per portatori di handicap e con passeggini