Storia del Museo
Il Museo Civico di Rovereto, fu tra i più antichi musei in Italia, nacque nell’agosto del 1851, per iniziativa di un gruppo di intellettuali roveretani, come una Società privata sotto la tutela del Municipio, la cui prima sede fu Palazzo Scopoli. Al momento della fondazione del museo, la città era sotto la dominazione asburgica e per timore che le collezioni potessero essere trasferite nel Museum Ferdinandeum di Innsbruck, si creò un museo “privato”, riconosciuto dagli Asburgo e sotto il controllo del Comune. All’inizio della sua storia il museo era costituito da sei Sezioni: Zoologia, Botanica, Mineralogia, Archeologia, Fisica e Arti liberali e meccaniche.
Per il Museo Civico si possono identificare tre epoche. La prima coincide con la nascita dell’istituzione museale nel 1851, successivamente inaugurato nel 1855 a Palazzo Piomarta, dove rimarrà fino al 1919-1920. La seconda epoca è il periodo tra le due guerre mondiali, purtroppo, durante la Prima Guerra Mondiale il materiale subì delle gravissime manomissioni. Dopo la guerra, il museo fu trasferito al pianoterra del Palazzo dell’Annona, di fronte alla sede primaria. La terza epoca è dall’ottobre 1942, quando a seguito della donazione delle raccolte del celebre archeologo roveretano Paolo Orsi, il Comune concesse al museo un intero palazzo in Via Calcinari.
La quarta fase che, sta vivendo oggi il museo è quella della nuova collocazione dell’ente, nell’attuale Palazzo Parolari, con l’apertura al pubblico nell’estate del 1998
Collezione archeologica
La collezione archeologica è composta: dalla donazione dello studioso roveretano Fortunato Zeni (1819-1879), la collezione dell’archeologo Paolo Orsi (1859-1935) e reperti pre-protostorici, romani e medievali frutto di ricerche sul territorio e scavi archeologici sistematici. Nel 2011 è stata donata alla città di Rovereto la ricca collezione di vasi antichi da parte della famiglia Portinaro-Unterstenier.
I sala: Età pre-protosorica
La prima sala è dedicata alla Preistoria e Protostoria in Vallagarina. I primi pannelli illustrativi, sono dedicati alle tre discipline maggiormente utilizzate in archeologia negli ultimi anni, per la datazione e lo studio dei resti botanici e zoologici, ovvero la dendrocronologia, l’archeozoologia e l’archeobotanica.
La sezione preistorica e protostorica inizia con il ricordo a Paolo Orsi (1859-1935), considerato il padre della preistoria in Trentino, il quale scoprì e indagò importanti siti, dando un contributo fondamentale al Museo Civico di Rovereto, per lo studio dei reperti, ma anche per la collezione magnogreca. La sezione preistorica si divide in: Palo-Mesolitico, Neolitico, Eneolitico, età del Bronzo ed età del Ferro.
I reperti esposti datati al Palo-Mesolitico, fanno riferimento alle prime tracce d’insediamento in Vallagarina, le quali risalgono all’Epigravettiano Finale (11.000-9.000 a.C.). La vetrina espone scarti di lavorazione in selce e altri strumenti (grattatoi, bulini, lame ritoccate).
Proseguendo si colloca la teca dedicata al Neolitico, dove si nota che lo strumento più caratteristico è l’ascia in pietra levigata che compare nella regione nel Neolitico Medio, e la presenza di reperti in pietra verde levigata, entrambi utilizzati come strumenti agli agricoltori e allevatori neolitici. Nella vetrina accanto sono esposti alcuni frammenti in ceramica e in selce del sito Neolitico di “Isera La Torretta”.
La vetrina successiva è dedicata all’età del Rame, epoca caratterizzata dall’acquisizione delle tecniche estrattive e metallurgiche, in cui si possono osservare reperti in rame, tra i quali spicca il frammento di statua stele di Brentonico, acquisito nel 1971 dall’ente museale.
L’età del Bronzo (ultimi secoli III e fine II millennio a.C.), vede l’intensificarsi dell’attività metallurgica con un’ampia circolazione di questi reperti in bronzo. All’inizio dell’età del Bronzo sono documentati numerosi insediamento, i quali diminuiscono alla fine del II millennio a.C., privilegiando il fondovalle: nelle vetrine sono esposti i reperti provenienti dalla Grotta del “Colombo” di Mori, tra i quali si nota l’acquerello del sito fatto dipingere da Paolo Orsi nel 1881.
La sala dedicata alla pre-protostoria si conclude con l’età del Ferro, caratterizzata dall’introduzione di tecniche per la lavorazione di questa nuova lega, e per la presenza nella nostra provincia della cultura di Luco (prima età del Ferro) e della cultura di Frizens-Sanzeno (seconda età del Ferro). Le quattro vetrine espongono reperti della prima e seconda età del Ferro, in particolare alcuni reperti della necropoli di Vadena (IX-VII sec. a.C.) e dall’insediamento di Sanzeno.
Al centro della sala è posto un modellino interattivo, grazie a dei bottini, permette di illuminare i siti archeologici della Valle dell’Adige nei diversi periodi storici.
II sala: Collezione magnogreca di Paolo Orsi
La seconda sala è dedicata alla collezione magnogreca di Paolo Orsi, illustre archeologo, che lasciò in eredità al Museo della sua città natale, al momento della morte, avvenuta a Rovereto l’8 novembre 1935, le raccolte archeologiche, artistiche e numismatiche. La collezione era costituita da reperti numismatici (1.100 monete greche ed altri esemplari) e numerose terrecotte, esposta in eleganti vetrine ideate dall’architetto G. Tiella nella precedente sede museale; mentre i reperti di arte greca, provengono in gran parte, dagli scavi in Magna Grecia. Nella parte più alta delle vetrine sono posti dei frammenti di coroplastica dell’Italia meridionale, i pinakes locresi, che sembrano riprodurre il frontone di un tempio greco.
Di fronte agli armadi, sopra le due vetrine in cui sono conservate le monete, sono collocati due schermi, che proiettano un video muto relativo ai viaggi di Paolo Orsi in Magna Grecia.
III sala: Età romana e medievale
Proseguendo, s’incontra la significativa collezione di archeologia romana, che custodisce gli splendidi reperti rinvenuti durante gli scavi della “villa urbano-rustica” romana ad Isera, iniziati negli anni Settanta del Novecento grazie al finanziamento del Museo Civico di Rovereto. A tali rinvenimenti, sono dedicate cinque vetrine, le quali espongono diverse tipologie di reperti della villa romana. I primi reperti fanno riferimento all’ambiente della cucina, dove sono stati ritrovati contenitori destinati alla preparazione del cibo (ciotole, patere, coppe, brocce, olle) e degli elementi di gamba montati su supporto con integrazioni in plexigas. Inoltre, reperti utensili in ferro per uso agricolo (come ascia, roncola) e armi (coltello in ferro, punta di freccia), le tre vetrine successive sono dedicate all’apparato decorativo della villa, ma non mancano prodotti laterizi (tubulo fittile e laterizi) e manufatti in pietra (pesi da telaio in terracotta). Durante gli scavi della villa sono venuti alla luce molti frammenti di intonaco dipinto, del terzo stile pompeiano (intonaci parietali e del soffitto) e frammenti di mosaico bianco e nero e singole tessere sia bianche che nere.
Nelle vetrine poste di fronte sono esposti reperti dedicati all’attività artigianale in epoca romana (manifattura laterizia). Proseguendo, si possono osservare i reperti legati al mondo dei morti, dove la pannellistica illustrativa spiega le diverse tipologie tombali utilizzate in Trentino in epoca romana, con la ricostruzione di una tomba “alla cappuccina”, il cui corredo funerario è costituito da reperti scoperti nella zona.
La sezione archeologica si chiude con i reperti dell’età altomedievale, in cui sono esposti sepolcreti e materiale di corredo, i quali forniscono informazioni rilevanti per gli archeologici sui costumi delle popolazioni. In Vallagarina fra l’epoca tardoantica e altomedievale furono scoperte le necropoli di Rovereto, di Villagarina e di Lizzana. Nelle vetrine sono esposti i reperti di epoca longobarda della collezione Malfer della necropoli di Lazise, presso Verona.
IV sala: Collezione Portinaro-Unterstenier
Di fronte all’uscita della sezione archeologica è presente la nuova sala permanente allestita da 34 vasi antichi, che riproducono uno spaccato molto interessante della produzione vascolare dell’Italia centro-meridionale tra la fine dell’VIII e il tardo IV secolo a.C. Nel 2011 la collezione privata è stata donata dalla famiglia Portinaro-Untersteiner alla città di Rovereto, iniziata agli inizi del Novecento.
Lungo le pareti sono collocati i pannelli che spiegano la collezione, le classi ceramiche, le tecniche della produzione vascolare antica e il collezionismo moderno, legato alla presenza di due vasi falsi contemporanei.
Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto
La Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico nacque nella primavera del 1990 a Rovereto, nell’ambito del convegno “Paolo Orsi e l’archeologia del’900” presentato nel maggio dello stesso anno, durante il quale, furono proiettati i primi film a tema. Nel 1993 il principale partner divenne la rivista “Archeologia viva” di Firenze. Altro passo importante, per divulgare al pubblico anche dei non addetti ai lavori il patrimonio culturale, fu l’introduzione nel 1998 delle “Conversazioni“: momento di approfondimento riguardo a tematiche attuali o di uno specifica tematica, in particolare di ambito archeologico (dalla preistoria all’antichità classica, all’egittologia all’americanistica). Alcune “Conversazioni” e documentari sono liberamente consultabili sul sito web: Sperimentarea.tv.
Di recente, oltre alla programmazione “tradizionale” dei film della Rassegna è stata affiancata una sezione: “Archeologia e società”, dedicata a diverse tematiche riguardanti la vita dell’uomo e un saldo legame con l’attualità.
La 27a edizione si svolgerà dal 5 all’8 ottobre 2016 a Rovereto.
Intero: euro 5.00.
Ridotto (da 6 a 18 anni, oltre 60 anni, disabili, comitive): euro 3.00.
Gruppi (minimo 10 persone), con visita guidata su prenotazione: euro 5.00.
Scuole, solo ingresso: euro 2.00 a studente.
Gratis fino a 6 anni e abbonati al Museo
Gratis con Trento-Rovereto Card
• pannellistica in italiano e inglese
• didascalia vetrina e reperti in italiano
• attività didattica
• Sperimentarea.tv
• Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico
38069 Rovereto (TN)
Tel: 0464.452800
Email: museo@fondazionemcr.it
Sito web: www.fondazionemcr.it
Conci C., Tamanini L., Guida del Museo Civico di Rovereto 1976.
Nicolis F., Al Colombo di Mori, Archeologia nel verde, 1, Provincia Autonoma di Trento Servizio Beni Culturali Ufficio Beni Archeologici, Trento 1993.
Dalle radici della storia, Archeologia del Comunale Lagarina. Storia e forme dell’insediamento dalla preistoria al Medioevo, (a cura di) Tecchiati U., Rovereto 1996.