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Museo e sito archeologico delle Palafitte di Ledro

Storia delle ricerche e degli studi

I resti del villaggio palafitticolo dell’età del Bronzo Antico-Medio (2200-1350 a.C.) furono scoperti, dopo migliaia di anni, nell’autunno del 1929, quando il livello del lago fu abbassato per i lavori di presa della centrale idroelettrica di Riva del Garda. Affiorarono alla luce un numero considerevole di pali, molti dei quali in buono stato di conservazione, alti qualche decimetro, dal fondo torboso sul quale giacevano e una grande quantità di oggetti, tra cui oggetti ceramici. Già nel primi anni del Novecento gli abitanti del posto erano a conoscenza dei pali nel lago, che interpretavano come un antico lavoro di sbarramento per consolidare la soglia e per alzare il livello del lago.

Palafitte Ledro Panoramica LagoLa prima campagna di scavi venne condotta dal prof. Ettore Ghislanzoni, allora Soprintendente delle Antichità delle Venezie, il quale indagò una superficie estesa più di 500 mq. Solamente nell’inverno 1936-37, in seguito ad un notevole abbassamento del livello del lago, dovuto ad una forte siccità, furono ripresi i  lavori, affidati al prof. Raffaele Battaglia che interessarono 4.500 mq, nella cui superficie affioravano oltre 10 mila pali. Oltre alla “foresta” di pali, venne alla luce una notevole quantità di reperti archeologici, resti faunistici e botanici (tra cui il corniolo).  Durante la campagna di scavo del 1937, furono scoperti dei reperti di straordinario “valore”: i diademi di Ledro decorati con motivi geometrici che rappresentavano uno status symbol. Dal 1939 al 1960 i turisti e la gente del luogo si recavano sul posto ed effettuavano scavi personali per recuperare reperti. Gli scavi ripresero nel 1961, mentre un ulteriore scavo, per “recuperare” materiale da esporre nel futuro Museo delle Palafitte di Ledro, venne eseguito dal Museo Tridentino di Scienze Naturali nell’aprile 1967. Negli anni ’80 si realizzarono campagne di scavi con mezzi in precedenza non disponibili, seguendo un criterio stratigrafico, sotto la direzioni di Giovanni Lorenzi e la stretta collaborazione di Bernardino Bagolini.

Sito UNESCO

Nel 2011 i siti palafitticoli del Trentino: Fiavè e Ledro sono stati inseriti nei “siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” che coprono un arco temporale che va dal Neolitico all’Età del Ferro. Sono 111 i siti distribuiti in Italia, Francia, Austria, Svizzera, Germania e Slovena; i siti italiani sono 19 in 5 regioni diverse dell’Italia settentrionale.

Palafitte Ledro Panoramica 2

Itinerario palafitticolo UNESCO

Museo

Il Museo delle Palafitte di Ledo, sezione distaccata del Museo delle Scienze, nacque negli anni Settanta per esporre i reperti provenienti dall’adiacente area archeologica, la quale, risultava incustodita e dominata degli scavatori abusivi. L’edificio museale venne ideato dall’architetto Marcello Piovan di Venezia, il cui progetto prevedeva la realizzazione di una grande vetrina in modo da consentire un rapporto diretto tra il reperto e l’ambiente palafitticolo.
Il museo espone i reperti e modellini di capanne in grandi teche in vetro (sul lato destro, sinistro e in fondo la sala), mentre al centro della sala è collocata su di un grande “cassettone” in legno la canoa monoxile che rappresenta un unicum scoperta nel 1961 dal direttore Francesco Zorzi.
Il Museo delle Palafitte di Ledro è tra i primi musei archeologici nati sul territorio provinciale, risultando tra i pochi musei costruiti in prossimità dal sito palafitticolo. Costituisce unicum essendo il villaggio palafitticolo, interamente visitabile anche per i portatori di handicap.

Descrizione allestimento

Il museo è composto da un’unica sala, suddivisa in diverse vetrine, le quali trattano differenti tematiche:
∗ influssi culturali, sono attestati da numerosi reperti che testimoniano influssi padani ed europei, un esempio: le “tavolette enigmatiche”;
∗ strutture palafitticole, in assenza di fonti scritte solo gli scavi hanno potuto fornire elementi come: frammenti di intonaco, pavimentazione, elementi di incastri;

∗ industria su osso e corno di cui sono attestati reperti elaborati, aventi molteplici funzionalità;
∗ flora, documenta un agricoltura sviluppata;
tessitura, l’ambiente lacustre di Ledro ha permesso l’eccezionale conservazione di frammenti di tessuto di lino (pesi da telaio, fusaiole);
∗ industria litica, maggiormente documentato nel sito palafitticolo di Ledro sono gli oggetti di selce, utilizzata per la scheggiatura;
canoa monoxile: costituita da uni unico pezzo in legno;
corone bronzee: oggetti di notevole interesse sia per la suggestiva forma sia per il numero ridotto di esemplari che si sono conservati. A Ledro ne sono stati ritrovati quattro, di cui uno è l’originale esposto nel Museo, quello rinvenuto durante gli scavi di Battaglia nel 1937;
∗ metallurgia, tecnica molto elevata come dimostrano i reperti rinvenuti;
∗ Le palafitte nel cassetto dei ricordi, in cui viene ricordata la storia delle ricerche a Ledro con documenti fotografici affissi nell’intera sala, reperti rinvenuti, ma anche articoli di giornale e oggetti provenienti dal Museo degli abitanti di Molina.

Cultura materiale

I reperti che durante le varie campagne di scavo sono stati scoperti sono, in minima parte conservati nell’attiguo Museo delle Palafitte di Ledro che espone i reperti degli anni Settanta, i quali furono portati alla luce scientificamente ma non con sequenza stratigrafica.
Il sito palafitticolo di Ledro ha restituito una ricca raccolta di reperti in bronzo, infatti sono stati rinvenuti oggetti che fanno riferimento alla lavorazione metallurgica (ugelli, forme di fusione), ma anche prodotti finiti (armi, spilloni, diademi).
Purtroppo, però, la maggior parte dei reperti sono esposti in altre istituzioni del territorio trentino e nazionale come: in primis da ricordare l’Istituto di Antropologia di Padova, del quale fu responsabile Raffaele Battaglia che diresse gli scavi nel ’37, poi il Museo di Storia Naturale di Verona che era diretto da Francesco Zorzi. Da menzionare sul suolo regionale anche la sede centrale del Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento diretto da Gino Tomasi, ma anche il Museo Civico di Riva del Garda (MAG), alla Fondazione Museo Civico di Rovereto, il Museo Castello del Buonconsiglio e al MUSE (Museo Tridentino di Scienze Naturali).

Ora puoi scoprire la preistoria nel villaggio palafitticolo, nelle capanne si possono vedere gli strumenti e gli aspetti di vita quotidiana dei palafitticoli.

Guarda la foto 360 della capanna dell’agricoltore e del pescatore con aratro e reti da pesca.

Palafitte Ledro 360 1Guarda la foto 360 della capanna del capo villaggio dove si cucina e ci si ritrova per le decisioni importanti. Palafitte Ledro 360 1

Villaggio palafitticolo

Nel 2006 è “nato” un villaggio palafitticolo dedicato all’archeologia sperimentale e all’attività didattica per il pubblico dei bambini. Il villaggio è composto da tre capanne, che ricreano una porzione dell’antico villaggio palafitticolo dell’età del Bronzo, risultato di un progetto ideato dal Museo Tridentino di Scienze Naturali, che si è avvalso della collaborazione della Soprintendenza Archeologica della Provincia Autonoma di Trento e di archeologici dell’Università di Trento e Padova. Oltre alle tre capanne del nuovo villaggio, vicino al museo sorge la prima palafitta, costruita negli anni ’40 da un gruppo di scavatori, in base ai suggerimenti di Raffaele Battaglia, ricostruita negli anni ’60 da operai di Molina e restaurata nel 2000 utilizzando le stesse tecniche. Le ricostruzioni delle capanne non sono casi di archeologia sperimentale, in quanto è sempre mancato l’apporto di dati scientifici di scavo. Questo progetto ha la finalità di ricontestualizzare i reperti, i quali, in copia, sono collocati nelle palafitte, per aiutare il visitatore a rivivere la preistoria.
Durante il periodo estivo il museo organizza un importante evento dal nome di “Palafittando” (nei mesi di luglio e agosto), in cui ogni giorno vengono proposti laboratori didattici, eventi serali, conferenze, attività di archeologia sperimentale, mostre e concerti .

Orari Dal 1 marzo al 30 giugno e dal 1 settembre al 30 novembre dalle 9 fino alle 17 (chiuso il lunedì), mentre dal 1 luglio al 31 agosto dalle 10 alle 18.
Chiuso nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio

Biglietteria Biglietto: si
Costo biglietto: intero € 3,50; ridotto € 2,50 ( per i possessori di un biglietto intero di ingresso al MUSE (validità annuale dalla data di emissione dello stesso) e gratuito fino ai 6 anni

Visite guidate Visite guidate: italiano e  tedesco
La visita guidata semplice di un’ora costa tre euro, mentre la visita guida con l’uso dell’arco di un’ora e mezza costa 4 euro

Servizi per l’utenza bookshop
•bagno

Servizi didattici  pochi pannelli in italiano
didascalie reperti in italiano, inglese, tedesco
• guida a stampa (italiano, inglese, tedesco, francese) scaricabile cliccando sulla bandiera dell’homepage www.palafitteledro.it
• attività didattica

Contatti del museoVia Lungolago, 1
38060 Molina di Ledro (TN)
tel 0464\508182
museo.ledro@muse.it
www.palafitteledro.it

ApprofondimentoMAG (Museo Alto Garda)

BibliografiaBattaglia R., La palafitta del lago di Ledro nel Trentino: gli scavi e la stratigrafia, il contenuto del deposito antropozoico, la metallurgia e la cronologia dell’abitato palafitticolo, in “Memorie del Museo di Storia naturale della Venezia Tridentina”, VII, 1943.
Bazzanella M, Mayer A, I reperti tessili, le fusaiole e i pesi da telaio della palafitta di Molina di Ledro, (a cura di) G. Ciurletti, Provincia Autonoma di Trento, 2009.
Fedrigotti A., Le palafitte nel cassetto dei ricordi: 1929-2009: 80 anni di archeologia a Ledro, Trento: Museo Tridentino di Scienze Naturali, 2010.
Scandolari R, Museo delle palafitte del Lago di Ledro, Trento: Museo Tridentino di Scienze Naturali, 2009.
Tomasi G., Le palafitte del Lago di Ledro, in Natura Apina, 33, Museo Tridentino di Trento, Trento 1982.

Concessione per le riprese fotografiche
Provincia Autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni culturali - Ufficio beni archeologici ai sensi del d.lgs. 42/04 - Codice dei beni culturali

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