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Area archeologica Sant’Andrea – Loppio

Storia delle ricerca e degli studi

Dal 1998 la Sezione Archeologica del Museo Civico di Rovereto conduce campagne estive di ricerca, tutt’ora in corso, su concessione della Provincia Autonoma di Trento, all’interno della riserva naturale provinciale del Lago di Loppio. Le indagini sono state precedute da attività di ricerca d’archivio, iconografiche e cartografiche e da indagini di superficie.
Nel corso del 2011 si sono svolti i lavori di restauro delle strutture murarie rinvenute sull’isola. L’anno successivo, nel 2012, si è avviato il progetto di recupero e valorizzazione dell’area, che ha previsto anche la messa in sicurezza del sito per la visita,  queste operazioni sono state svolte dal Servizio di Conservazione della Natura e Valorizzazione ambientale della Provincia. La custodia dell’isola di Sant’Andrea nel Lago di Loppio è stata assegnata dalla Provincia Autonoma di Trento al Museo Civico di Rovereto. Attualmente sono ancora in corso le analisi archeometriche su alcune classi di reperti.

Contesto geografico del sito

Il sito archeologico nell’isola di Sant’Andrea a Loppio, svolse un ruolo importante dal punto di vista strategico, infatti, la sua posizione sopraelevata, rendeva il sito protetto e un ottimo punto di controllo della viabilità sia del bacino lacustre che della principale via di collegamento, che nell’antichità, come oggi, connette la valle dell’Adige meridionale al lago di Garda settentrionale. Difatti la cortina muraria, in parte messa in luce durante gli scavi, era presente lungo il versante sud-occidentale per il controllo della viabilità, mentre sull’altro lato l’area era difesa naturalmente. La funzione di presidio del sito è documentabile a partire dal 1171, in cui si accenna alla porta Lacus S. Andree, come luogo di passaggio obbligato all’altezza dell’isola.
Durante il lavori per la realizzazione della galleria sotterranea, nel 1958, che permetteva il collegamento dell’Adige al lago di Garda, il bacino lacustre si prosciugò; divenendo oggi uno tra più estesi biotopi provinciali (esteso per circa 112 ettari di superficie), con flora tipica delle aree umide e fauna selvatica.

Sito Sant’Andrea – Loppio

L’insediamento di Sant’Andrea a Loppio si sviluppa per una superficie di circa 6.400 mq, sulla parte sommitale del dosso presente nella riva orientale del Lago di Loppio (noto come “isola di Sant’Andrea“). Fin dall’Ottocento nell’area di Loppio affiorarono oggetti archeologici, i quali portarono ad ipotizzare secondo alcuni studiosi, la presenza nell’area di un abitato romano.

Archeotrekking al castrum altomedievale nell’isola di Sant’Andrea a Loppio.

L’isola di Sant’Andrea  in epoca tardoantica\altomedievale fu occupata da un insediamento fortificato (castrum), databile in base alla cultura materiale e alle strutture in situ, fra i primi decenni del VI e la fine del VII secolo d.C. La posizione del sito e i numerosi reperti mobili riferiti alla sfera dell’armamento confermano la funzione strategica\militare del sito. Inoltre, si è ipotizzato la presenza di un organizzazione famigliare, confermata dal rinvenimento di oggetti relativi all’ornamento personale e delle attività lavorative femminile (cucito, filatura), e in particolare, dalla scoperta di una tomba a enchytrismos di un individuo interpretabile come un feto o un nato prematuro.
Il sito fortificato è costituito da due costruzioni in muratura lungo il versante NE (settore A), dai resti della chiesa romanica sulla sommità (settore C) e presso il margine sud dell’isola da altri resti di edifici(settore B). Il sito venne frequentato sporadicamente in epoca carolingia (VIII-X secolo), in base al rinvenimento di reperti legati all’aristocrazia miliare.
Il castrum di Sant’Andrea può trovare dei confronti dal punto di vista topografico e ambientali con altri siti castrensi del VI-VII secolo, come anche con quello di San Martino di Lundo.

Nel settore A sono stati portati alla luce due edifici: l’edificio più meridionale (I edificio) a pianta trapezoidale, si lega alla cortina muraria, al cui interno sono stati messi in luce i resti di focolare e di manufatti d’uso, questi ultimi sono riferibili ad attività quotidiane degli antichi abitanti dell’isola, databili tra la prima metà del VI e gli inizi del VII secolo. All’esterno dell’edificio I, è stata messa in luce una tomba a enchytrismos, composta da un’anfora ricoperta da lastre di calcarenite, all’interno della quale si trovavano i resti scheletrici di un individuo di età perinatale (fra i 7 e i 9 mesi dal concepimento). Questo rito di inumazione a enchytrismos, costituisce la prima attestazione nel territorio alpino orientale, ed in base all’analisi dei resti anforari è databile alla metà del VI secolo.
L’altro edificio (II edificio), addossato al precedente a NO, risulta poco conservato a causa dell’evidenziata acclività del terreno, nel quale sono stati recuperati degli oggetti relativi all’armamento (tre borchie in bronzo a testa troncoconica).
Le due strutture in muratura del settore A avevano una funzione abitativa, preceduti da una frequentazione anteriore, costituito da almeno due capanne in legno come hanno evidenziato le buche di palo, i cui reperti rinvenuti hanno permesso una datazione intorno alla prima metà VI secolo circa.

Ricostruzione tridimensionale dell’edificio I – settore A:

 

Ricostruzione tridimensionale dell’edificio II – settore A:

 

Nel settore C, che sorge sulla sommità dell’isola, sono stati messi in luce i resti di una chiesetta romanica dedicata a Sant’Andrea. L’area sottoposta a spogliazione già in epoca antica e con scavi clandestini in epoca moderna, non permette un’agevole interpretazione stratigrafica del deposito. Allo stato attuale della ricerca sono ancora numerose le informazioni “sconosciute”, sia in merito all’epoca di costruzione, della sua funzione e della committenza. Risultano lacunose le fonti scritte e iconografiche, le quali menzionano la chiesa per la prima volta nel 1171, mentre l’ultima citazione risale al 1651. Lungo il lato N dell’edificio di culto è stato messo in luce un piccolo annesso, dotato di due porte, interpretabile come locale di servizio. L’abbandono definitivo della chiesa si può datare al XVIII secolo, periodo in cui fu eretta al centro un’edicola quadrifronte, sopra gli strati distrutti dell’edificio di culto. Le indagini archeologiche hanno portato alla luce delle strutture sepolcrali anteriori alla costruzione della chiesa romana, ipotetica è la possibile funzione di necropoli dell’abitato fortificato (VI-VII secolo d.C.).

Nel settore B, posto sul versante sud dell’isola, in corrispondenza di una forte depressione del pendio, dovuto ad un taglio artificiale del terreno durante la Prima Guerra Mondiale (1915-18), allo scopo di costruire una posizione bellica nella roccia. L’edificio I messo in luce a pianta rettangolare, si appoggiava lungo il lato SO alla cortina muraria, oggi in parte franata a valle, conservando in alcuni punti le strutture perimetrali per un altezza superiore al metro. All’edificio I sì addossa a SE un altro fabbricato (II edificio), il quale si conserva solamente un tratto del muro NE.

Scendendo la scalinata in legno si arriva ad alcune testimonianze tutt’ora visibili relative alla Prima Guerra Mondiale, infatti nel 1916 un manipolo del Reggimento degli Alpini prese possesso dell’isola, prendendo il nome di “isola Clotilde“. Infatti, è possibile vedere l’iscrizione incisa dai soldati sul margine della riva (imboccando la stradina a sinistra del pozzo per alcuni metri).

Musealizzazione del sito

Nell’isola di Sant’Andrea a Loppio, è stata inserita un’apposita pannellistica, con illustrazioni e ricostruzioni ipotetiche delle strutture, con l’aggiunta di un QR – Code, il quale rimanda a una serie di informazioni consultabili sul sito web della Fondazione Museo Civico di Rovereto.

AccessoVisitabile tutto l’anno
Parzialmente visitabile per portatori di handicap e con passeggini

BiglietteriaIngresso libero
La Fondazione Museo Civico di Rovereto organizza nei mesi estivi (luglio e agosto) visite organizzate

Servizi didattici• pannellistica in lingua italiana ed inglese
• QR Code

Contatti enteFondazione Museo Civico di Rovereto
Tel:  0464.452800
Sito web: www.fondazionemcr.it
Email: biglietteria@fondazionemcr.it

BibliografiaMaurina B., L’insediamento fortificato tardoantico dell’isola di S. Andrea- Loppio (Trentino), Fasti Online Documents & Research, 2005.
Maurina B., L’insediamento fortificato tardoantico di Loppio – S. Andrea, in “Stenna Trentina”, Trento 2008, pp. 86-87.
Maurina B., Postinger C.A., Scavi nel sito fortificato dell’isola di S. Andrea – Loppio (TN), Relazione preliminare sulla campagna di scavo 2010. “Annali del Museo Civico di Rovereto”, 26, 2010, pp. 213-219.
Maurina B., Postinger C.A., Loppio, Sant’Andrea, in APSAT 11. Chiese trentine dalle orgini al 1250. Volume 2, Mantova 2013, pp. 93-95.
Maurina B., Postinger C.A., Castrum di Sant’Andrea di Loppio, in (a cura di) Possenti E., Gentilini G., Landi W., Cunaccia M., APSAT 5. Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo. Schede 2, Mantova 2013, pp. 104-112.
Maurina B., Sant’Andrea di Loppio. Ritorno nel castro senza nome. In “Archeologia viva”, marzo\aprile 2014 pp. 28-39.

Concessione per le riprese fotografiche
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