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Altri siti di Tridentum

Altri siti archeologici di Tridentum:

Palazzo Crivelli – Piazza Duomo
Nel corso delle indagini condotte nel 1996 in occasione dei lavori di ristrutturazione di Palazzo Crivelli, sul lungo il fronte occidentale di Piazza Duomo, è stato documentato parte di un edificio costruito verso il II secolo d.C., in prossimità della cinta urbica meridionale.

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L’edificio presenta una serie di stanze affacciate su un cortile centrale, lastricato e porticato e altri ambienti relativi ad un settore termale, probabilmente con funzione pubblica. Delle terme sono visibili: un frigidarium, collegato tramite una breve scala in pietra al tepidarium, completato da un pavimento a mosaico policromo con motivi geometrici e il calidarium presenta la caratteristica forma absidata, con pavimento in marmo policromo.  Nel tepidarium e calidarium sono stati rinvenuti diversi frammenti di intonaci dipinti, che fanno supporre che questi ambienti presentavano ricche pareti d’intonaco affrescato con motivi a schemi geometrici. Alcuni frammenti crollati hanno conservato graffiti e lettere incisi da chi lì frequentò e l’analisi di questi frammenti, purtroppo in stato frammentario, testimoniano la capacità di produrre delle composizioni scritte articolate. Nel calidarium le distruzioni avvenute in epoca medievale e rinascimentale hanno comportato la totale demolizione dell’antico pavimento, che era decorato secondo la tecnica dell’opus sectile. In origine l’intero ambiente che fungeva probabilmente da tepidarium era pavimentato in mosaico, in seguito in gran parte demolito per la costruzione di una cisterna realizzata in epoca bassomedievale, di cui è stato risparmiato dalla distruzione una porzione vicino al muro sud, che fa supporre si trattasse di un mosaico policromo a motivi geometrici (archi e merli).
Visitabile: attualmente non visitabile

Casa Terlago, Via Belenzani
Risulta visibile un breve tratto del cardo massimo, la strada principale della città, in direzione nord-sud che partendo da Porta Veronensis arrivava verso il fiume Adige, la strada è molto ampia e sotto è visibile un collettore fognario in muratura.
Visitabile: su prenotazione contattando il numero 335-6933961.

Palazzo Tabarelli, Via Oss Mazzurana
Visibile sotto il cortile del palazzo parte di uno o più edifici di un allineato su una strada, di cui via Oss Mazzurana ne riprende il tracciato.  Di questi rimane un corridoio lastricato di accesso all’abitazione dal marciapiede, una serie di vani, spazi scoperti e un cortile. Nella seconda metà del III secolo l’isolata cambia il suo aspetto, ma mantiene invariata la sua funzione abitativa. Ma nel V-VI secolo l’abitato si riduce di superficie, con la creazione di abitazioni strette e allungate, con elementi misti in legno e pietra.
Visitabile: su prenotazione contattando il numero 0461.888111.

Casa Balduini, Piazza Duomo
Al di sotto dell’edificio medievale, con affreschi quattrocenteschi che caratterizza Piazza Duomo, si conserva un tratto della cortina meridionale romana, perfettamente allineamento con la Porta Veronensis.

Facoltà di Sociologia, Via Verdi
Sotto l’attuale Facoltà di Sociologia sono stati individuati resti di un grande edifico esterno alle mura, interpretati come magazzini (horrea).
Visitabile: non visibile

Portéla (di fronte Torre Vanga)
Le recenti indagini condotte dalla Soprintendenza per i beni culturali-Ufficio dei beni archeologici nel sito della Portelà hanno evidenziato al di sotto dei livelli romani, la presenza di strutture risalenti all’età del Bronzo Recente-Finale.
Visitabile: non visitabile

Sito Ex Prepositura
Durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio conventuale, comprendendo la rilevanza archeologica dell’area sono stati svolti dei saggi, i quali hanno affermato che il sito attesta una continuità di vita dall’età del Bronzo sino ai giorni nostri, riprendendo perfettamente il “modello” di sito urbano pluristratificato. Le indagini  hanno permesso di mettere in luce l’area del cortile di circa 1.200 metri di superficie archeologica: grande edificio di epoca romana (dal I\II secolo fino all’abbandono per incendiò, collocabile nel corso del III-IV secolo).
Visitabile: non visitabile

Anfiteatro di Tridentum
 Le recenti indagini archeologiche hanno potuto documentare la presenza di un’ampia struttura muraria, ad andamento ellissoidale, che comprende l’area oggi occupata da piazzetta Anfiteatro, vicolo S. Pietro, vicolo degli Orbi e palazzo Consolati in via S. Maria Maddalena. Lo sviluppo di tale struttura identifica con certezza l’edificio come un anfiteatro romano, costruito attorno agli inizi del II secolo d.C., destinato ad ospitare spettacoli e giochi gladiatori sia per i cittadini, che per gli abitanti della campagna.
Quando fu costruita la seconda mura di cinta, l’anfiteatro subì un processo di degrado, che comportò la rasatura della struttura muraria e l’asportazione degli elementi di rivestimento e nel corso del VI-VII secolo assunse una funzione cimiteriale.
Le fondamenta dell’anfiteatro romano di Tridentum sorgono all’interno di cantine private, ma il ricordo di questa importante struttura pubblica romana si può percepire anche dall’intitolazione della “piazzetta Anfiteatro”.
Visitabile: non visitabile

Vicolo dell’Adige
Nel vano interrato del negozio “Nicolodi” è conservato un tratto di circa 5 metri della cinta muraria orientale.

Via Rosmini\Piazza Bellesini
In Piazza Bellesini è stato messo in luce un lungo tratto della cinta muraria occidentale con a scavalco una torre quadrangolare e parte della pavimentazione di un decumano minore. È, inoltre, stato messo in luce una villa extra moenia (fine I sec d.C., abbandonato nel V-VI secolo d.C.) a ridosso  della cinta muraria occidentale, con frammenti di mosaico musivo policromo e ambienti con sistema di riscaldamento a ipocausto, con possibile funzione termale.
Visitabile: non visitabile

Villa via Rosmini
La villa extra moenia di via Rosmini, è attualmente in corso di musealizzazione, il cui termine dei lavori è previsto per la fine del 2016. La villa sorge all’esterno della città, a breve distanza dalle mura occidentali di Tridentum, databile tra il I e II secolo, successivamente l’edificio venne abbandonato nella seconda metà del III secolo a seguito delle invasioni degli alemanni, poi riutilizzato finché non venne sepolta dall’alluvione del fiume Adige nel corso del VI secolo. L’edificio possiede splendidi mosaici policromi in ottimo stato di conservazione, il più noto è la raffigurazione di Orfeo, seduto su di una rupe che incanta gli animali, i quali lo circondano al suono della lira. L’iconografia di Orfeo trova confronti nei mosaici di epoca romana: come l’affinità con il mosaico della domus del Chirurgo a Rimini.

Per maggiori informazioni sul mosaico di Orfeo ...
Questo mosaico è diviso in tre scomparti, quelli laterali hanno una decorazione a doppio meandro di svastiche con foglie d’edera, mentre in quello mediano è costituito da un grande rosone di sette esagoni. Nell’esagono centrale è raffigurato Orfeo seminudo secondo il modello iconografico greco-frigo, mentre negli altri esagoni laterali sono inserite figure di animali rappresentati di profilo e nella stessa direzione creando l’effetto di ruotare intorno ad Orfeo. Le caratteristiche del mosaico sono: la linearità dei disegni geometrici, i rapporti modulari, la spiccata simmetria, la scelta attenta dei motivi decorativi e la fusione tra tessere policrome e quelle in bianco e nero. La datazione su base stilistica si colloca in età antoniana.
Visitabile: in corso di musealizzazione


Chiesa Santa Maria Maggiore
Gli scavi condotti all’interno della Chiesa di Santa Maria Maggiore fra il 2007 e il 2011, hanno messo in luce le prime fondazioni dell’edificio verso la fine del I secolo d.C., il quale aveva la funzione di un impianto termale pubblico, come hanno dimostrato le tracce di una grande vasca, collegata all’impianto termale della città. L’area fra il primo quarto e la metà del V secolo d.C. muta la sua funzione, venne poi abbandonata e spogliata degli elementi di pregio.
Difficile è risultato datare la fondazione della prima chiesa nell’area, che assunse un significato storico e culturale di rilievo, ma i reperti rinvenuti all’interno della vasca della terme, sedimentati dall’azione delle piogge, hanno fornito la datazione dopo la metà del V secolo. La prima chiesa (ecclesia intra moenia), sorge in un settore periferico della città romana, a ridosso della cinta muraria occidentale. L’edificio era orientato in senso est-ovest con presbiterio rialzato ad est, a tre navate ad aula rettangolare, nel cui atrio di ingresso sono state portate alla luce due tombe ad inumazione in fossa semplice.
Nei decenni successivi alla fondazione dell’ecclesia, subì forti rimaneggiamenti in epoca altomedievale, dato il crollo del pavimento della navata, il presbiterio fu allargato in modo da coprire parte della navata. Nel pavimento della chiesa altomedievale, trova spazio un’iscrizione danneggiata che reca il nome Peregri, vescovo di Trento della metà del VI secolo, infatti questo mosaico, risulta simile a quello presente nella basilica paleocristiana di San Vigilio.
Tra X\XI – fine XIII secolo, l’ecclesia viene obliterata e fu rifondato un nuovo edificio di culto, il quale aveva una minor estensione: a navata unica, occupando solo lo spazio prima riservato alla navata centrale dell’ecclesia precedente. Il lato nord della chiesa fu interessato dalla presenza di una necropoli che ha restituito 24 sepolture in fossa terragna, cui faceva riferimento un cimitero di più ampie dimensioni. Tra la fine XIII e inizio del XIV secolo sorge un nuovo edificio sacro, rimasto in uso fino alla costruzione della chiesa rinascimentale, presentava un carattere monumentale (la cui superficie raggiunse il doppio di quella precedente) evidenziando l’investimento da parte della comunità cristiana. Nel 1524, per volontà del principe vescovo Bernardo Clesio, venne infine avviato il cantiere della chiesa, che conserva ancora l’aspetto rinascimentale.
Visitabile: attualmente non visitabile

Archeotrekking Tridentum romana

Bibliografia ...
Bassi C., I pavimenti musivi e in opus sectile di Tridentum: nuovi frammenti, in Atti del VI Colloquio dell’Associazione italiana per lo studio e la conservazione del mosaico, Venezia 20-23 gennaio 1999, AISCOM-Ravenna: Edizioni del girasole, 2000, pp. 121-130.
Bassi C., L’anfiteatro di Tridentum, “La forma della città e del territorio”, 3, “Atlante Tematico di Topografia Antica”, 15, Roma 2006, pp.7-18.
Bassi C., Testimonianze pittoriche in Trentino durante l’epoca romana, in (a cura di) Oriolo F., Verzàar M., “La pittura romana nell’Italia settentrionale e nelle regioni limitate”, Antichità AltoAdriatiche, LXXIII, Trieste 2012, pp. 107-114.
Bassi C., Endrizzi L., Trento, via Rosmini: vecchi e nuovi ritrovamenti, “Colloquio dell’Associazione italiana per lo studio e la conservazione del mosaico / AISCOM – Bordighera: Istituto internazionale di studi liguri”, 1996, pp. 181-188.
La città e l’archeologia del sacro. Il recupero dell’area di Santa Maria Maggiore, (a cura di) Guaitoli M.T, Lopreite E, Trento, Museo Diocesano Tridentino, 2013.
Guaitoli M.T., Trento: Santa Maria Maggiore, in (a cura di) Brogiolo MG. P., Cavada E., Ibsen M., Pisu N., Rapanà M., APSAT 10: Chiese trentine dalle origini al 1250, vol.1, 2013, pp. 116-121.
Ranzi F., Pianta antica della città di Trento: osservazioni e memorie, Trento, 1869.
Tosi G., La casa romana di via A. Rosmini a Trento, in “Aquileia nostra– Aquileia 1978, pp. 117-160.
Tosi G., Mosaico romano di Trento con figure di Orfeo, in Rivista dell’Istituto nazionale d’archeologia e storia dell’arte, 1978, p. 65-87.
Tosi G., Un documento della romanità del Trentino: la casa romana di via Rosmini a Trento, in Atti della Accademia roveretana degli Agiati, Rovereto 1979, pp. 199-206.
Tosi G., Tridentum – Trento. Anfiteatro, in Gli edifici per spettacoli nell’Italia romana, Roma 2003, pp. 534-535.
Tridentum splendidum municipium. Viaggio sotterraneo nella Trento romana di duemila anni fa, 2014, Trento: Centro duplicazioni della Provincia autonoma di Trento.

Concessione per le riprese fotografiche
Provincia Autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni culturali - Ufficio beni archeologici ai sensi del d.lgs. 42/04 - Codice dei beni culturali

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