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Spazio Archeologico del “Sas” (S.A.S.S.)

S.A.S.S. – Spazio Archeologico Sotterraneo del “Sas”, l’acronimo vuole ricordare, l’antico quartiere medievale del “Sas”. In occasione del restauro dell’ottocentesco Teatro Sociale, è stata portata alla luce l’ampia area archeologica del S.A.S.S. (estesa 1.7000 mq), situata nel cuore del centro storico cittadino, nel sottosuolo di piazza Cesare Battisti.

L’ampia area, che riproduce una parte del settore nord\orientale di Tridentum,  è costituita da spazi ed edifici pubblici e privati: un ampio tratto del muro orientale della cinta muraria, di cui sono visibili i resti di una torre a scavalco; da questa si sviluppava una porzione di strada lastricata, corrispondente ad un decumanus minor, con grandi lastre poligonali di pietra rossa locale (36 metri) che portano il segno delle ruote dei carri, fiancheggiata da marciapiedi e dotata di rete fognaria.  Nella parte più interna dell’area archeologica, sono visibili vani di una domus (I secolo a.C.- IV\V secolo d.C.), con resti di un cortile, cucina con annessa latrina e da uno spazio di servizio. Segue il settore di rappresentanza costituito da un atrio con resti di mosaico policromo, nell’emblema centrale è raffigurato il dio Oceano emergente dalle acque alla cui barba si sono attorcigliate le alghe e l’unico ambiente interno della domus è il triclinium (sala da pranzo) decorato da un mosaico tessellato in bianco e nero con schema geometrico. La domus in età tardo antica subì diverse modifiche strutturali, la realizzazione di un’area porticata, da cui sono state recuperate numerose monete assieme a quattro pesi da bilancia, fanno ipotizzare la presenza di funzionari pubblici con incarichi di ordine fiscale o di agenti di cambio. In uno vasto cortile è presente un pozzo perfettamente conservato per l’approvvigionamento idrico, che fu abbandonato verso la fine del I secolo d.C. per la costruzione dell’acquedotto pubblico. In età tardo-antica (V-VI secolo) in uno di questi ambienti viene realizzata una piccola bottega artigianale per la fabbricazione di vasellame in vetro.

Il S.A.S.S. risulta oggi un area archeologica ben musealizzata, che ha cercato di “innovarsi” catturando l’attenzione di un vasto pubblico, anche dei più piccoli con l’introduzione di una ricostruzione della città romana in 3D e anche di un video multimediale “Dentro Trento”, un viaggio tridimensionale con “effetti speciali” che permette di immergersi nell’atmosfera di Tridentum al tempo dei Romani. Il sito archeologico ospita mostre, attività didattica, incontri, conferenze, concerti e spettacoli teatrali.
Il progetto museografico del S.A.S.S. si incentra sulla fruizione diretta dei resti archeologici; lasciando “libero” il visitatore, in modo che possa avere una visita del tutto personale del sito, per questo le didascalie sono semplici ma allo stesso tempo complete, con effetti sonori e brevi filmati.


All’inizio del sito è collocata una ricostruzione plastica dell’antica città romana, che permette di leggere meglio i resti portati in luce di Tridentum e  comprendere lo sviluppo della città moderna nel corso dei secoli. Durante il percorso espositivo è presente uno schermo in cui è riprodotta, con ingrandimento, la Tabula Clesiana, il noto editto di Claudio del 46 d.C. che concedeva la cittadinanza romana agli Anauni, ai Sinduni ed ai Tulliassi. Scoperta nel 1869 presso la località Campi Neri di Cles, oggi è conservata presso il Museo del Castello del Buonconsiglio a Trento.

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All’inizio del percorso espositivo dell’area archeologica del S.A.S.S. è esposta la copia dell’epigrafe di Marco Appuleio murata sulla facciata esterna nella trecentesca Chiesa di Sant’Apollinare, che reca inciso la seguente iscrizione:
Imp(erator) Caesar Divi f(ilius)
Augustus, co(n)s(ul) XI, trib(unicia)
potestate, dedit.
M. Appuleius Sex(ti) f(ilius), leg(atus),
iussu eius fac(iundum) curavit
.
Traduzione: L’imperatore Ceasre Augusto, figlio del divino (Giulio Cesare), console per l’undicesima volta, insignito della potestà tribunizia, offrì in dono. Marco Appuleio, figlio di Sesto, legato, fece realizzare su suo ordine.
La fondazione di Tridentum ha sempre fatto discutere gli studiosi, certo è che avvenne sicuramente prima del 23 a.C., come attesta l’importante epigrafe murata come pietra di reimpiego nella chiesa di Sant’Apollinare. L’iscrizione del legionario M. Appuleius, attesta un intervento di evergetismo da parte dell’imperatore Augusto, datato in base alla tribunicia potestas, tra l’anno 23 e 22 a.C., risultando la più importante testimonianza della prima monumentalizzazione della città.

 

Probabilmente a Tridentum oltre all’anfiteatro, era stato costruito un altro edificio pubblico, il teatro, di cui però non si conosce l’ubicazione e l’unico elemento di cui abbiamo testimonianza, è un pilastrino per fontana pubblica con una maschera tragica, recuperato negli anni Settanta in vicolo dell’Adige durante dei lavori.
Esemplare molto interessante, rinvenuto a Tridentum nell’area della “Portela” è un frammento di fontana a scaletta d’acqua, diffuso in epoca romana collocate nei peristili di case e ville private. Il frammento, di dimensioni ridotte, è di forma quadrangolare con sviluppo a forma piramidale ottagonale con motivo a scaletta formato da sei gradini. Nella parte superiore risulta ben conservato la protome animale con un foro passante per la bocca, l’animale può essere riconosciuto come un felino.

Archeotrekking nella Tridentum sotterranea

Nello Spazio Archeologico del “Sas” è esposta la mostra temporanea “Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani”.

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Nella mostra sono stati esposti reperti, sconosciuti al pubblico, legati al cibo romano, presentano due scavi inediti. Uno è lo scavo in località Navicello (vicino a Rovereto), un’azienda agricola romana collocata lungo l’asse dell’Adige, dove sono stati rinvenuti resti di un magazzino e un impianto di riscaldamento, che serviva per togliere l’umidità dei resti organici. Dall’azienda agricola provengono frumenti (fico e milio carbonizzato), vinaccioli di viti, noccioli di pesca e caglio che serve per fare il formaggio; vasellame per cuocere le zuppe di cerali e legumi.
L’altro scavo è quello di Ex Prepositura, complesso produttivo tra I e III secolo d.C., da cui proviene un frammento con graffito mellis (miele) e un ritrovamento eccezionale, ovvero due padelle destinate al personale, dove probabilmente veniva cucinata la patinae (sformati a base di uova, con l’aggiunta di ingredienti diversi), sono state rivenute anche le griglie carbonizzate su cui venivano appoggiate le pentole. Questi tegami erano molto preziosi, infatti si notano gli antichi restauri: più preziose erano le pentole in rame e in ferro. Per trasportare i liquidi i romani venivano utilizzate le anfore, di cui sono esposti due esemplari, una delle due presenta un foro, che aveva la funzione di facile affissione alle pareti.

OrariDal 1 giugno al 30 settembre ore 9.30-13/14-18; dal 1 ottobre al 31 maggio ore 9-13/14-17.30 (chiuso il lunedì) ad eccezione delle festività, chiuso 1 gennaio, 1 novembre e 25 dicembre

BiglietteriaBiglietto: si
Ingresso intero 2,50 euro
Ingresso ridotto 1,50 euro
Gratuito fino ai 14 anni, per i possessori della Trentino Guest Card o Trento-Rovereto Card e la prima domenica del mese

Servizi per l’utenzaVisitabile per persone diversamente abili presente l’ascensore

Servizi didattici• Pannellistica in italiano, inglese e tedesco
• Guida cartacea in italiano, inglese e tedesco
• Guida cartacea dei bambini alla scoperta di Tridentum la città sotterranea “Te lo spiego io!
• Attività didattica

ContattiPiazza Cesare Battisti
38100 Trento
Sito web: www.cultura.trentino.it
Email: uff.beniarcheologici@provincia.tn.it
Tel 0461 492161
Fax 0461 492160

BibliografiaTridentum splendidum municipium: viaggio sotterraneo nella Trento romana di duemila anni fa: guida ai beni aperti a cura della delegazione di Trento, Trento 2014.
Bassi C. Le fontane pubbliche e private di Tridentum, in “Studi trentini di scienze storiche”,Trento, A.LXXXII, sez. I, 2003.
Ciurletti G. Trento romana. Archeologia e urbanistica, in Buchi E. (a cura di) Storia del Trentino. II. L’età romana, Edizioni il Mulino, Bologna 2000.
Cavada E., Gorini G., Materiali per la storia urbana di Tridentum. II. Ritrovamenti monetali, Archeoalp 4, Trento 1998.
Giovanazzi S., Architettura tra passato e presente. Il recupero del Teatro Sociale di Trento. Ed.luoghi, Trento 2001.

Concessione per le riprese fotografiche
Provincia Autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni culturali - Ufficio beni archeologici ai sensi del d.lgs. 42/04 - Codice dei beni culturali

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