Nel sottosuolo di Trento, vivono i resti di Tridentum, splendidum municipium, così definita nel noto editto dell’imperatore Claudio nel 46 d.C. (Tabula Clesiana). Tridentum nacque probabilmente in età cesariana, attorno alla metà del I secolo a.C. La questione relativa alla fondazione di Tridentum ha sempre fatto discutere gli studiosi, certo è che la fondazione avvenne sicuramente prima del 23 a.C., come documenta l’importante epigrafe murata come pietra di reimpiego nella chiesa trecentesca di Sant’Apollinare. Tridentum sorse per ragioni strategiche nella Valle dell’Adige, essendo posto su di un importante asse viario di collegamento.
L’impianto ortogonale occupava un’area di 13 ettari, protetto su tre lati dalla cinta muraria, ad eccezione di quello settentrionale in cui era naturalmente difeso dal fiume Adige. Le mura urbiche, in opus coementicium, erano intervallate da torri quadrangolari poste a cavaliere in corrispondenza di cardini e decumani. Le porte principali si aprivano su più punti della città, di cui si è conservata soltanto la porta sul lato meridionale, chiamata da una fonte alto-medievale “Porta Veronensis”, dalla quale il cardo massimo usciva verso sud. Dell’edilizia pubblica pochi sono le informazioni, infatti risulta ancora oggi molto incerta la collocazione dell’area forense, ipotizzata secondo alcuni archeologi nell’area di piazza S. Maria Maggiore. Mentre, al di fuori del perimetro urbano, là dove oggi sorge il quartiere di San Pietro, tra la fine del I e inizi II secolo d.C., fu innalzato l’anfiteatro.
Nella seconda metà del I secolo d.C., nella zona suburbana occidentale venne a svilupparsi un vasto quartiere residenziale, dove i cittadini più abbienti costruirono le loro ricche residenze. Anche le necropoli, in conformità alle legge vigenti romane, erano situate all’esterno del centro abitato lungo i principali assi viari. Il periodo di maggior sviluppo di Tridentum corrisponde dal I secolo d.C. fino alla seconda metà del III secolo d.C., quando iniziarono a mutare le condizioni a seguito delle incursioni e saccheggi delle popolazioni barbariche. Per questo motivo la città rafforzò l’antico perimetro urbico con l’addossamento alla prima cortina muraria, larga 1,20 metri, di un secondo muro (1,40-1,50 metri) adiacente al primo, a formare un’unica struttura di tre metri. Lungo il lato orientale il circuito difensivo inglobò al suo interno l’anfiteatro, visto che se occupato, avrebbe costituito un grave elemento di pericolo per le difese del centro urbano. Nel settore suburbano le grandi villae extra moenia, vennero rapidamente abbandonati e ridotti a rudere o ad altro uso dopo essere stati spogliati degli arredi.
Nel IV secolo d.C. si registrano parcellizzazione degli spazi e abbandono all’interno della città, ma continuano ad essere attestata anche una classe sociale agiata con buona disponibilità finanziaria, come testimonia l’edificio pubblico, dotato di prestigiosi ambienti, individuato nel corso degli scavi di piazza Verzeri (già Bellesini).
A partire dalla seconda metà del IV secolo d.C., all’interno del tessuto cittadino vennero a crearsi nuovi spazi e architetture legate alla religione cristiana: prima eccelsia nell’area di Santa Maria Maggiore e la basilica paleocristiana sotto l’attuale Duomo, costruita intorno al 400, che ospiterà le spoglie di S. Vigilio e dei martiri anauniensi, un terzo luogo di culto venne eretto sul Dos Trento.
La città non venne mai abbandonata, ma impoverita sopravvisse alle incursioni barbariche, finché fu sopraffatta dalla città medievale e poi moderna, lasciandoci importanti testimonianze.
Nel sottosuolo del centro storico cittadino si può scoprire la Tridentum romana:
• Spazio Archeologico del “Sas”
• Area archeologica Palazzo Lodron
• Basilica paleocristiana
• Sito archeologico Palazzo Thun
• Area archeologica Palazzo Roccabruna
Archeotrekking di Tridentum sotterranea
Bassi C., L’anfiteatro di Tridentum, in “La forma della città e del territorio”, 3, “Atlante Tematico di Topografia Antica”, 15, Roma 2006, pp.7-18.
Bassi C., Nuovi dati sulla fondazione e l’impianto urbano di Tridentum, in (a cura di) Brecciaroli Tabarelli L., “Forme e tempi dell’urbanizzazione della Cisalpina (II secolo a.C. – I secolo d.C.)”, Atti delle Giornate di Studio, Torino 4-6 maggio 2006, pp. 51-59.
Bassi C., Le domus extra moenia di Tridentum. Aspetti urbanistico-architettonici a modalità di acquisizione dei dati di scavo, in (a cura di) Ghedini M., Intra ila moenia domus ac Penates (Liv. 2,40, 7). Il tessuto abitativo nelle città romane della Cisalpina (Antenor Quaderni 14), Edizioni Quasar, Roma 2009, pp. 143-159.
Ciurletti G., Trento romana. Archeologia e urbanistica, in (a cura di) Bucchi E., Storia del Trentino, II, L’età romana, Il Mulino, Bologna 2000, pp. 320-324.
Ciurletti G., TRidentum. La città sotterranea, Trento 2001.
Ciurletti G., Il caso Tridentum, in “Abitare in città. La Cisalpina tra impero e medioevo”, 2003, pp. 37-45.
Tridentum splendidum municipium. Viaggio sotterraneo nella Trento romana di duemila anni fa, 2014, Trento: Centro duplicazioni della Provincia autonoma di Trento.
Romanizzare una regione alpina: la creazione del “municpium”, (a cura di) Marzatico F., Migliario E., Il territorio trentino nella storia europea, I, L’età antica, 2011, pp. 147-168.
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